Scrittrice emergente di talento, Giusella De Maria, è molto apprezzata soprattutto dai giovani con i quali riesce a mantenere un dialogo costante grazie all'utilizzo dei più comuni social network. Decisamente determinata, sin da bambina ha coltivato l'amore per la scrittura che le ha permesso nel tempo di raggiungere traguardi importanti ottenendo riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale. Dotata di grande fantasia, Giusella ha comunque una visione concreta quando parla dei giovani e delle loro difficoltà. A loro consiglia di credere sempre in sé stessi e nelle proprie potenzialità.
Cosa significa per te scrivere e quanto c'è di autobiografico nei tuoi racconti?
Spesso mi sono chiesta da dove venisse quell'urgenza che mi porto dietro, fin da bambina, di dar vita a storie sulla carta. E poi col tempo ho capito: perché una vita sola non mi bastava, avevo bisogno di fantasticare su ciò che avrei voluto vivere, o su situazioni e sensazioni che mi passavano sotto agli occhi e su cui la mia fantasia vagava. La scrittura è questo: creare mondi, aprire orizzonti. Direi che c'è troppo di autobiografico in ciò che scrivo... ma tutto sempre filtrato da fantasia e una giusta dose di distacco.
Da una realtà locale a un successo su scala nazionale ed internazionale grazie a diverse pubblicazioni che ti hanno permesso di ottenere premi e riconoscimenti. Cosa vuol dire a tuo avviso essere un emergente in Italia?
Vuol dire essere una potenziale stella o un potenziale buco nero dell'universo letterario. Il fatto è che in Italia siamo tutti scrittori, ci sono più scrittori che lettori, non è buffo? Essere un emergente non vuol dire granché. Il difficile è restare un emergente, ed emergere sempre di più. Sono convinta che al di là di ogni macchinazione pubblicitaria per lanciare un "caso" letterario o un altro e al di là di ogni presunto emergente tra le centinaia che sbucano ogni giorno da ogni parte, un vero talento della scrittura non può non fare strada. I lettori sono la giuria più democratica e impietosa che esista al mondo...
La protagonista del tuo romanzo è una giovane inquieta e un po' annoiata che sente la necessità di andar via per trovare nuovi stimoli. Ritieni che l'Italia e in particolare la Campania, offrano abbastanza opportunità ai giovani di talento?
Assolutamente no. La Campania è uno scrigno di talenti di ogni natura, artistici, letterari, culturali, per non parlare di studenti di grande intelligenza. Ma non c'è nulla che promuova o tuteli questi giovani brillanti. Molte associazioni culturali di volontariato realizzano concorsi e festival degni di nota, ma non hanno i mezzi sufficienti per decollare. E dove ci sono i mezzi economici, non ci sono reali interessi di promozione di talenti giovanili. In Italia ci sono interessanti iniziative di lancio e incentivo per talenti letterari o artistici, ma sono poche. Per gli studenti brillanti e di rara intelligenza, poi, la situazione è molto preoccupante. Sono sempre di più quelli che lasciano l'Italia, e l'Italia lo permette, perché li ignora. È davvero un peccato.
La dedica iniziale di "Suona per me" recita: non si vince mai in gioco, si vince con le idee. Come definiresti il concetto di creatività e in che modo può produrre cambiamento?
La creatività è la radice del progresso. Solo chi ha una mente creativa può evolversi e realizzare innovazione e bellezza. Non si vince mai in gioco, si vince con le idee. Me lo disse mio padre non molto tempo fa.
Quanto dal tuo punto di vista la creatività può essere influenzata dal contesto sociale?
Abbastanza. E spesso in negativo. Molto spesso sentiamo l'esigenza di produrre con la fantasia un mondo completamente diverso da quello in cui viviamo, come una sorta di evasione. Ma tantissimi spunti della realtà che riproduciamo con l'inchiostro lasciano le tracce del nostro piccolo mondo.
Su Facebook c'è una pagina dedicata al tuo libro. Qual è il valore aggiunto della comunicazione sui social network?
Uno scrittore è un comunicatore, e un buon comunicatore, che ami veicolare le sue parole, deve esplorare tutti i mezzi di comunicazione esistenti. Anche questa è creatività. Saper trasmettere idee con vari canali. I social network sono l'invenzione del secolo. Siamo tutti sempre in contatto con tutti. Cosa può chiedere di più uno scrittore che parla ad un pubblico quanto più vasto?!
Diana, la protagonista di "Suona per me", compie un vero e proprio viaggio di formazione verso la realizzazione di sé. In un momento difficile come quello attuale, quali suggerimenti daresti ai giovani per realizzare le proprie ambizioni?
Di avere grinta e di non lasciarsi avvilire dal momento difficile che stiamo vivendo. Creatività, ragazzi, non compiangetevi, siate fantasiosi, e credete in voi stessi perché nessuno ci crederà al posto vostro.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Terminare il mio secondo romanzo e fare qualche viaggio, magari a Torcy, in Borgogna...