1983 - Laurea con lode in Scienze Biologiche presso l'Università di Bari.
1982 - Comincia la sua attività scientifica con ricerche nel campo della microbiologia agraria. Appassionata e determinata, coinvolge in studi e ricerche nel settore agroalimentare un team interamente composto da donne.
dal 2001 è Primo Ricercatore presso l'ISPA-CNR. Grazie alle competenze acquisite le sue ricerche hanno determinato avanzamenti di particolare originalità e significato scientifico nel miglioramento della qualità microbiologica degli alimenti tipici della tradizione mediterranea.
Dinamica e propositiva non dimentica le esigenze familiari, le sue, e quelle delle sue collaboratrici. Conduce egregiamente "l'unità di ricerca" di un'azienda leader della gastronomia vegetale, ma difende il suo tempo libero e nella sua cambusa estiva ci sono sempre almeno 8 libri.
Tutte donne in un mondo lavorativo al maschile e per giunta al Sud. Qual è stata la sua esperienza a riguardo?
La mia è un'esperienza fortunata. Con il mondo maschile non abbiamo mai avuto difficoltà, né con l'ambiente di ricerca né con il mondo imprenditoriale. L'attività dell'Unità di ricerca è andata avanti sempre, anche nonostante il precariato, la mancanza di riconoscimenti, e quella che posso definire instabilità ambientale. La determinazione è la chiave di volta, e ad essere sincera un po' di aggressività serve per farsi conoscere. Tuttavia, rispetto e collaborazione sono sempre state le costanti che hanno creato le condizioni per costruire un rapporto di forte credibilità, sia nel mondo imprenditoriale che in quello della ricerca.
Che importanza ha avuto il PON e l'utilizzo dei fondi comunitari nello sviluppo delle sue ricerche?
Il PON è stato per noi una fonte di sussistenza, a volte l'unica fonte a cui rivolgersi. Siamo stati premiati a seguito della presentazione di un ottimo progetto che a mio giudizio è stato valutato con serietà e trasparenza. Dall'impegno di anni di lavoro, dai finanziamenti ottenuti prima attraverso il PON Ricerca Scientifica e Sviluppo Tecnologico della programmazione 2000-2006, e poi da quelli del PON Ricerca e Competitività 2007-2013, si è giunti al brevetto e alla commercializzazione (da parte della COPAIM s.p.a) di due prodotti: "VIVIUM OLIVE" e " VIVIUM CARCIOFI". Grazie all'applicazione di una metodologia che utilizza ceppi microbici che influenzano positivamente la salute dell'organismo ospite, gli alimenti tipici della tradizione pugliese diventano probiotici, caratterizzati da proprietà che ne migliorano l'aspetto organolettico e aumentano la durata di conservazione.
Ci sono degli aspetti critici da rilevare nel ricorrere ai finanziamenti erogati dai PON?
La difficoltà è estrema. Con la passata programmazione abbiamo dovuto anticipare i fondi perché la prima erogazione è pervenuta dopo due anni. La gestione di un progetto richiede una risorsa dedicata a tutto ciò che concerne la parte amministrativa e contabile, e molto spesso una piccola e media impresa non può permettersi di sostenere i costi di una risorsa. Questo è quello che ho recepito in anni di collaborazione con le piccole e medie imprese che hanno esigenze e tempi diversi. La semplificazione delle procedure è il primo aspetto da migliorare, ci sono troppi ostacoli da superare.
Qual è secondo lei il punto di forza del progetto "Ortobiotici pugliesi"?
L'unità di ricerca che conduco, rappresenta ormai "il braccio di ricerca e sviluppo" di un'azienda leader del mercato della gastronomia vegetale. Credo che si possa parlare di un caso di successo per il PON: aver creato le condizioni per un processo partito dal Sud e arrivato al Nord. La COPAIM spa infatti è presente in Sicilia come in Piemonte e il prodotto verrà commercializzato nella grande distribuzione. Il progetto ha creato un anello di congiunzione tra più soggetti di natura diversa, enti di ricerca, imprese sul territorio locale, nazionale e anche sovranazionale. Il prodotto VIVIUM infatti con molta probabilità sarà distribuito anche in Inghilterra.
Quali sono i suoi interessi nelle pause di lavoro?
Difendo il mio tempo al di fuori del lavoro e spero di continuare a farlo! Amo dedicarmi alla campagna e cucinare. Vivo con mio marito in un uliveto secolare con orto e frutta. Lui produce e io trasformo in cucina. Mi piace andare in barca a vela, con cui facciamo le vacanze estive con una cambusa di almeno 8 libri. Tra le letture preferite ci sono Magda Szabò; Josè Saramago; David Grossman; AbrahamYehoshua.
Come immagina il suo futuro dal punto di vista professionale e privato?
Continuerò a coordinare il mio gruppo di lavoro spero in attività progettuali che continuino ad entusiasmarmi, che abbiano la giusta dimensione applicativa ma che allo stesso tempo ci consentano di avanzare nelle conoscenze scientifiche.