Luisa Torsi

Nata a Bari Famiglia/ Letture /Amici
Luisa Torsi
Storia professionale

1989 - Laurea in Fisica
1992 - Dottorato di ricerca in chimica analitica
1994-1996 - postdoc ai Bell Laboratories negli Stati Uniti
2005 - Professore Ordinario di chimica
Coordinatore del progetto ITN (International Training Network) -Marie Curie FlexSMELL - VII PQ.
Coordinatore nazionale del gruppo di lavoro "Sensori" della Divisione di Chimica Analitica
Capo gruppo del Centro di Eccellenza T.I.R.E.S. (Tecniche Innovative per la Rivelazione del Segnale Biologico) dell'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro"
2010 - Premio Merck per le Scienze analitiche

Presentazione

Il premio Merck per le Scienze analitiche è stato assegnato per la prima volta ad un ricercatore italiano nel 2010: Luisa Torsi. Una donna. Insegna Chimica Analitica presso l'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro", dove presiede anche il Corso di Laurea in Scienza dei materiali. Molto nota a livello internazionale Luisa Torsi è estremamente determinata e si divide tra famiglia e lavoro.

Dal Rapporto "She Figures 2003" (Commissione europea), le donne rappresentano oggi quasi il 50% delle risorse umane dell'intero settore scientifico, ma risultano ben rappresentate solo in alcuni campi della scienza (biologia e medicina). Quali sono, nella sua esperienza di Ricercatrice chimica, i principali ostacoli incontrati?

I maggiori ostacoli in verità sono stati quelli che ho trovato al di fuori dell'ambito lavorativo. In particolare la totale assenza di strutture di supporto per le mamme che lavorano. Questo è forse più vero qui a Bari che da altre parti e io ho sempre dovuto lottare per trovare un supporto logistico adeguato soprattutto quando i figli erano piccoli. Ho finito per rivolgermi a strutture private anche se ho sempre preferito la scuola pubblica. In realtà spesso è stato anche solo un problema di disattenzione da parte di chi organizzava i servizi offerti dalle strutture pubbliche. Che ci siano troppi uomini a decidere ... ? Al contrario, in generale non mi sono mai trovata in difficoltà in ambito lavorativo. Questo è sicuramente più vero per le esperienze lavorative all'estero che mi sono state fondamentali per capire come esistano realtà dove la gente è totalmente cieca alle differenze di genere. Grazie a questa preziosa esperienza ho evidentemente acquisito la necessaria consapevolezza che mi ha probabilmente aiutato ad esigere questo trattamento sempre. Adesso cerco di trasferire gli elementi di consapevolezza acquisiti alle donne che lavorano con me.

Si stima che, il più delle volte, le ricercatrici europee sono costrette a rinunciare o ritardare la maternità o ad abbandonare la propria attività professionale. È stato difficile, per lei, conciliare attività lavorativa e vita privata?

Il coniugare vita-privata e lavoro di docente universitario è per certi versi meno critico rispetto ad altre attività lavorative che richiedono la presenza in orari fissati; penso ad esempio al personale medico. Infatti come docenti non timbriamo il cartellino e in buona sostanza siamo piuttosto liberi di organizzarci la giornata e più in generale l'attività lavorativa. Dal canto mio ho trovato preziosa questa flessibilità che non va confusa minimamente con il ritenersi autorizzati a lavorare poco e in maniera non soddisfacente semplicemente perché si è mamme. Io, ad esempio, quando sono nati i miei figli mi sono assentata per un tempo brevissimo anche se a volte ho dovuto lavorare a casa, spesso la sera tardi dopo averli messi a letto. Ho un ricordo bellissimo di quegli anni ma non mi sono dimenticata l'enorme fatica perché mi ero posta come obiettivo quello di non perdere la visibilità internazionale che faticosamente mi ero costruita. Questo obiettivo mi imponeva di non perdere di vista le attività che esigono più impegno, pur essendo le più prestigiose.

Nella sua vita ha viaggiato molto per lavoro. Come si è trovata, in quanto donna, a lavorare in contesti non europei?

Benissimo. Come ho già detto mi sono trovata splendidamente sia in USA che in Europa. C'è veramente la cultura del rispetto di ciò che fai, anche se sei l'ultimo arrivato. La frequentazione di queste realtà mi ha dato la consapevolezza che è indispensabile mettersi nelle condizioni, soprattutto in termini di forma mentis, di esigere certi standard anche in Italia. Non è sempre facile ma ho avuto ed ho la testa dura ...

Secondo lei i finanziamenti europei alla Ricerca possono costituire un incentivo ad intraprendere la carriera scientifica?

Mettersi nelle condizioni di sottomettere progetti validi e quindi eventualmente di accedere ad un finanziamento ti permette di sviluppare in modo indipendente le tue attività. È quindi per me pre-requisito indispensabile per arrivare agli obiettivi più prestigiosi.

Quando non è impegnata nell'incessante attività di Ricerca che conduce ormai da molti anni quali sono gli hobby o le passioni a cui si dedica (sport, interessi che coltiva, libri, musica, viaggi...)?

Nota dolente! Ho pochissimo tempo veramente libero perché quando non sono al lavoro mi faccio piacevolmente assorbire dalla famiglia. Ma anche dagli amici e dalle buone letture.