Domanda: Come si può aumentare il coinvolgimento scientifico dei ragazzi? Risposta: Accanto al coinvolgimento scientifico ci vuole il coinvolgimento emotivo, cioè i ragazzi devono essere completamente motivati. La motivazione nasce naturalmente nei giovani dalla curiosità; può sembrare strano, ma questa curiosità nel tempo va come dispersa, atrofizzata. E' strano perché ciò sembra in contraddizione con quella curiosità naturale: quindi occorrerebbe recuperare questa motivazione, orientarla accuratamente verso quello sviluppo scientifico che è in tutti i settori dell'ambiente, sia nell'ambiente naturale, che nell'ambiente sociale e culturale. Secondo me è presente un fraintendimento anche all'interno del concetto di scientificità: si fanno ancora divisioni tra scienze nomotetiche e scienze idiografiche, come se ci fosse una spartiacque all'interno del discorso scientifico. Per tale ragione il ragazzo non si sente parte integrante di quello che è l'ambiente in toto, quindi spesso subentra un suo distacco. Ecco perché parlo della necessità di un coinvolgimento emotivo: mi riferisco al "far parte", al senso sociale di appartenenza che è anche senso naturale di appartenenza. Ai ragazzi bisognano delle guide culturali adeguate, idonee, tra cui i dirigenti scolastici e i docenti per far sì che questa logica di orientamento al mondo naturale avvenga con continuità -nella scuola, nell'università, nella ricerca, nella comunicazione, nell'uso degli strumenti cosicché non ci sia un divario tra l'approccio alla conoscenza formale e l'approccio invece informale. Infatti nella scuola l'informale appare come qualcosa di estemporaneo, di molto episodico; mentre l'esperienza "informale" dovrebbe avere ricadute sul curriculum, cioè nella formazione dei giovani. Io penso che occorra da parte della comunità scientifica una revisione del proprio lavoro, perché allo stato attuale i ragazzi vedono la scuola come qualcosa di distaccato dal proprio ambiente. Basterebbe soltanto decentrare l'aula.